Il miracolo della stella di Natale

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    Ho raccontato ovunque questa storia, oggi voglio raccontarla ai bimbi del vostro sito.
    In realtà non è una fiaba, è una storia realmente accaduta a me molti anni fa. Una storia che molti dei presenti accettano ancora solo come allucinazione generale. Oggi sono una delle tante suore della missione di Tanga che ospitano i bambini malati di AIDS.…il mio nome è suor Stella



    «Il miracolo della Stella di Natale»



    Era la notte di Natale del 1956, nevicava, ed io, ventiseienne laureanda della facoltà di medicina e chirurgia, ero nella corsia dell'ospedale Bambino Gesù di Roma per il mio tirocinio.
    Avevo appena iniziato il turno serale, quando si avvicinò un bimbetto tutto infagottato nel suo pigiamone, che tirandomi per il camice mi sussurrò con la sua vocina lieve

    - Signora, signora!

    Mi chinai su di lui chiedendogli

    - Dimmi tesoro, posso fare qualcosa per te?

    - Tu sei un dottore? - Chiese lui osservandomi attentamente

    - Si, presto lo sarò

    - Fai guarire i bambini?

    - Mi prendo cura di loro e prego il Bambino Gesù che guariscano

    - Puoi farmi crescere i capelli? I miei li ho tutti persi e la mia mamma è andata in cielo a prenderne degli altri, ma ho paura che non riesca più a trovare la strada, non è ancora tornata

    - Non aver paura, la tua mamma tornerà presto. Vieni, ora torniamo nel tuo lettino

    - Aspetta dottore, aspetta, puoi dirmi se questa è la notte di Natale?

    Aveva occhi immensi, scuri come la notte e io mi persi in quel suo sguardo colmo d'ansia.

    - Si, - Risposi - questa è la notte di Natale

    Per un istante ebbi l'impressione che la mia risposta l’avesse colto impreparato, ma poi sembrò rasserenarsi, mi offrì la sua manina e mi trascinò fin nel corridoio indicandomi con il ditino una finestra.

    - Vedi quella? È una finestra chiusa, tu sei grande, puoi aprirla?

    - Amore, fuori c'è neve, fa molto freddo. Perché vuoi che apra quella finestra?

    - Perché debbo indicare la strada alla mia mamma

    - Non c'è bisogno di aprire la finestra, tra poco la tua mamma sarà qui con te

    - No! - risponde lui scuotendo il capo - La mia mamma non può tornare se non l'aiuto io. Il mio papà ha detto che è lassù, sulla stella che si accende la notte di Natale a cercare i miei capelli, però se tu non mi aiuti non potremo vederci

    Fu un colpo al cuore, non seppi cosa rispondere.

    La caposala, una suorina piccina e pallidissima, mi fece un cenno affermativo con il capo.

    - Cosa posso fare per lui? Non voglio illuderlo - Le mormorai

    - Non lo so. - Rispose lei - Prova a pregare

    - Non sono capace, non conosco preghiere

    - Provaci, non è difficile

    - Quand'ero piccina pregavo, ma oggi non sono più capace di pregare per chiedere qualcosa

    - Non devi chiedere nulla per lui, prega per te, prega che tu possa tornare a sentirti bambina, aiutalo, non lo deludere!

    Mi voltai per guardare il piccolo, poi tornai a guardarla ma lei non era più alle mie spalle

    Mi feci forza, strinsi a me il piccino

    - Vieni, - Mormorai - ora si va alla finestra e vediamo se riusciamo ad aprirla

    Era una notte orribile, vento, grandine, neve e noi due lì, a guardare nel buio.

    - Mentre io proverò ad aprire la finestra tu prega il Bambino Gesù che mi dia la forza necessaria per tornare bambina come te

    - Vuoi tornare bambina? Ma poi l'aprirai?

    - Te lo prometto, ma devi aiutarmi, preghiamo assieme

    Il piccino racchiuse il suo volto tra le mani e iniziò a bisbigliare alcune parole, poi improvvisamente scoprì il volto e guardandomi disse

    - Gliel'ho detto che vuoi tornare ad essere come me, ora mi porti alla finestra?

    Mentre andavamo verso la finestra gli chiesi

    - Cosa ti ha risposto?

    - Ha chiesto perché volevi tornare bambina. Perché vuoi tornarci?

    - Per accompagnarti in cielo - Risposi non sapendo cos'altro dire

    - Ma lassù c'è la mia mamma, non devi preoccupar, devi soltanto aiutarmi ad aprire la finestra

    Giunti alla finestra, lui prima osservò il buio esterno poi tornò a guardarmi sconsolato

    - Dottore, ma non si vedono le stelle - Sussurrò con la sua vocina delusa

    - Oh si, le possiamo vedere anche attraverso il vetro, però bisogna fare molta attenzione, perché in questa notte le stelle possono essere viste soltanto dagli occhi dei cuori limpidi, e i cuori limpidi li hanno soltanto i bambini

    - Per questo sei voluta tornare bambina?

    - Si

    - E come si fa? Me lo vuoi insegnare? - Domandò lui guardandomi preoccupato - Facciamolo assieme

    - Va bene, non é difficile sai? Si chiudono gli occhi forte forte e si deve pregar Tu sei capace di pregare, vero?

    Lui mi sorrise annuendo, poi serrò forte gli occhi e improvvisamente nel cielo appare una piccola luminosissima stella.

    - Dottore eccola! La vedi anche tu?

    - Si amore, la vedo

    - Il mio papà aveva ragione, la mia mamma è lassù. Come posso fare per avere le ali, io voglio volare da lei.

    Di colpo mi sentii mortalmente stanca, avevo un nodo in gola che non mi lasciava respirare, e una gran voglia di stringerlo a me, ma quell'innaturale luce nel cielo stava assorbendo tutta la mia attenzione.

    - Non hai bisogno di avere le ali. - Gli sussurrai accostando il suo visino alle mie labbra - Questa notte la tua mamma verrà a prenderti

    - Per favore dottore chiedi al Bambino Gesù di indicare lui la strada alla mia mamma

    - Ora proverò a chiederglielo. Ti prego Gesù, questo bambino rivuole la mamma, tu che sei buono, permetti a quella mamma di tornare dal suo piccino

    Sarei voluta sprofondare, sapevo che stavo illudendo quella piccola anima, ma improvvisamente accadde qualcosa d’incredibile; tutti coloro che erano con noi ebbero l’impressione che la stellina, staccatasi dal cielo, stesse venendo verso di noi.

    - Guarda dottore, Gesù ti ha ascoltata, la mia mamma sta venendo da me. Puoi aprire la finestra dottore? Per favore... - Chiese il piccolo

    Senza sapere cosa stessi facendo apri quella finestra.

    Il vento gelido, la grandine, la neve, tutto era cessato e nel silenzio un'intensa luce illuminava la notte, la stellina si posò lentamente sulla neve del davanzale, era formata da cinque raggi luminosi e in quella luce il piccolo riconobbe la sua mamma.

    - Mamma! - Gridò il piccino - Sono qui, non m'importa dei capelli ma tu resta con me, così potremo giocare insieme per sempre

    Istintivamente il piccolo afferrò la stella e se la portò sul cuore stringendola forte forte.

    Immediatamente la stellina assunse il colore rosso e le cinque punte si trasformarono in petali... L'astro si era trasformato in un fiore, una magnifica stella di Natale

    - Grazie. - Sussurrò un'impalpabile figura di donna - Grazie - Ripeté prima di scomparire tra le mani del piccino

    Qualcuno richiuse la finestra ed io consegnai il piccolo ad un'infermiera, che come pietrificata aveva assistito a tutta la scena. Non ero più in grado di fare nulla, ero come svuotata di tutte le mie energie e non vedevo più nulla per via delle lacrime.
    Mi misi a correre come impazzita verso la stanza della caposala, ma lei non c'era e allora chiesi ad una suora lì presente dove potessi trovarla.

    - Non è più con noi, suor Stella è salita in cielo, un tumore ce l'ha porta via, la sostituisco io!

    Mi sentii morire, dovetti sostenermi alla parete per non finire sul pavimento.
    Per la seconda volta dovetti mettere in campo quel po' di forze che avevo, e lentamente tornai verso il lettino del piccolo, dove vidi, seduta al suo fianco, mentre giocava assieme a lui con la stella di Natale, la giovane donna che poco prima avevo scambiata per la caposala.. ella si voltò a guardarmi sorridendo
    - Sono qui. - Sussurrò

     
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    Una bellissima storia che già conoscevo, ma che è sempre dolcissimo rileggere.

    Grazie Mario, davvero un bel pensiero di Natale
     
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    Anch'io l'ho riletto volentieri ed è adatto alla neonata sottosezione.
     
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    Grazie.
     
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